Lavoratrice in permesso al mare: la Cassazione annulla il licenziamento
Ufficialmente si era assentata dal lavoro, in forza di un permesso ex legge 104, per prestare assistenza alla madre disabile, ma all’atto pratico era stata scoperta in vacanza e di conseguenza licenziata dal datore di lavoro, che aveva contestato la violazione dei principi di correttezza e buonafede, il mancato rispetto dell’obbligo di dirigenza e la causazione di gravi disservizi nell’organizzazione del lavoro.
I giudici di merito, in primo grado ed in appello, hanno sconfessato la ricostruzione datoriale, sostenendo che nel caso di specie non sia ravvisabile un comportamento fraudolento ma una semplice assenza ingiustificata. Nello specifico, il Giudice d’appello ha ritenuto attendibile quanto dichiarato dalla lavoratrice, la quale ha asserito di essersi dimenticata di avvisare l’azienda che in quello specifico giorno non avrebbe materialmente potuto assistere la madre, e che comunque sarebbe ripartita il pomeriggio del giorno medesimo dando disdetta alla struttura alberghiera. In altre parole, alla luce delle giustificazioni offerte, sarebbe configurata una condotta punibile con una sanzione conservativa, non potendosi dunque ravvisare gli estremi della giusta causa.
La versione dei giudici di secondo grado ha poi trovato accoglimento anche in Cassazione: la Suprema Corte ha infatti ritenuto corretta la valutazione di merito, sostenendo che “la contestazione della società è da intendersi come contestazione di assenza ingiustificata per un giorno e non come comportamento fraudolento e preordinato all’abuso della fruizione del permesso ex lege n. 104/1992”. Di conseguenza, è corretto applicare al caso di specie la c.d. tutela reintegratoria, avuto riguardo alla gravita della condotta tenuta dalla lavoratrice e delle circostanze del caso concreto, che permetterebbero di ricondurre l’accaduto nell’alveo di una mera “assenza arbitraria per un giorno lavorativo” e non alla ben più grave “fruizione abusiva del permesso retribuito” ottenuto per assistere il familiare malato.
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